Non è possibile quantificare a priori il costo di un notaio. Da quando le tariffe notarili sono state abrogate non si hanno a disposizione importi o parametri a cui fare riferimento per sapere a quanto ammonta la parcella del notaio. Si devono considerare inoltre tutte le variabili di una pratica come il tipo di atto, il valore del bene e una serie di problematiche che possono richiedere da parte del notaio il compimento di varie attività, anche particolarmente complesse.
La stesura di un atto notarile non è cosa semplice. Esso deve infatti essere redatto a regola d’arte e nel rispetto delle normative vigenti, per evitare al cliente futuri contenziosi, permettergli di agire nei confronti della parte inadempiente dell’accodo e garantirgli la certezza dei diritti acquisiti.
Chiaro quindi che, di fronte a un’attività professionale così complessa l’unica cosa che può fare il cliente, per evitare andare incontro a brutte sorprese, è chiedere al notaio un preventivo di spesa.
Tariffe notarili abrogate dal 2006
Come anticipato, dal decreto Bersani in poi non è più possibile fare riferimento alle tariffe professionali per determinare il costo di un notaio. L’art. 2 del decreto legge n. 223/2006 (poi convertito con modifiche dalla legge n. 248/2006) ha infatti sancito l’abrogazione, tra l’altro, delle “disposizioni legislative e regolamentari che prevedono con riferimento alle attività libero professionali e intellettuali: a) l’obbligatorietà di tariffe fisse o minime.”
Determinazione ribadita dal successivo decreto n. 1/2012 (convertito dalla legge n. 27/2012), che all’art. 9 ha disposto l’abrogazione delle tariffe professionali regolamentate nel sistema ordinistico ai fini della quantificazione del compenso.
Criteri di determinazione del compenso in caso di contenzioso
Compenso che, tuttavia, in caso di contenzioso tra cliente e professionista, se liquidato dal giudice, anche se non è più basato su un criterio tariffario, deve fare riferimento ai parametri stabiliti dal Decreto n. 140/2012 del Ministro della Giustizia per le professioni regolamentate, che includono quelle notarili.
Ai compensi notarili il decreto ministeriale n. 140/2012 dedica infatti gli articoli 30, 31 e 32.
Il primo elenca le tipologie di prestazioni distinguendo principalmente tra atti relativi a beni immobili, mobili, società e altri.
Il secondo indica i valori di riferimento da utilizzare per la determinazione del compenso del notaio in relazione agli atti (per i beni immobili ad esempio si tiene conto del valore del bene indicato nell’atto o a quello di mercato).
Il terzo infine prevede che “Ai fini della liquidazione, l’organo giurisdizionale tiene conto, orientativamente, per ciascuna categoria di atti, della percentuale riferita al valore medio dell’atto come indicata nelle allegate tabelle A- B-C” e D previste specificamente per i Notai.
Cosa comprende il costo del notaio?
E’ bene precisare però che quando ci si rivolge al notaio per un atto, il costo dell’operazione non contempla solo il suo compenso, ma anche le imposte, le tasse e i vari diritti che è tenuto a corrispondere allo Stato per conto del cliente, oltre ai costi legati alle attività che è tenuto a compiere prima e dopo la stesura dell’atto.
Spesso e volentieri infatti il costo del compenso per l’attività del notaio non rappresenta la parte più consistente dell’importo da pagare.
Come fare quindi se ci si vuole fare un’idea di quelli che saranno i costi da affrontare se ci si rivolge a un notaio? La risposta è molto semplice: chiedere direttamente al notaio un preventivo di spesa.
In questo modo, in linea di massima, si può avere un’idea piuttosto chiara di quanto si spenderà per la pratica. Se poi il preventivo di spesa risulta un po’ troppo caro, sarà sempre possibile chiedere delucidazioni al Consiglio Notarile Distrettuale del territorio.
Allineamento degli importi
C’è però da dire che negli ultimi anni i costi dei notai si sono piuttosto allineati. La concorrenza è elevata e una parcella più corposa di altre deve essere giustificata da una prestazione di altissima qualità. Del resto da diversi anni i notai operano in un regime concorrenziale.
Anche il notaio quindi ha la possibilità di attirare il cliente con un prezzo più basso di quello che sarebbe risultato applicando le ormai abrogate tariffe professionali, senza dimenticare tuttavia che si tratta di una prestazione intellettuale che, indipendentemente dall’importo richiesto, non può essere di scarsa qualità o recare pregiudizio al cliente.
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